Regia di Duilio Coletti vedi scheda film
Seconda guerra mondiale. Polo Nord è una stazione radio segreta gestita dagli inglesi ad Amsterdam; i tedeschi però la scoprono e arrestano l'operatore che se ne occupa, proseguendo le trasmissioni in maniera truffaldina. Così facendo riescono a bloccare le successive mosse degli alleati, almeno finché l'eroica fidanzata di un soldato inglese sfuggito ai tedeschi decide di recarsi di persona in Olanda.
Nel secondo dopoguerra Duilio Coletti focalizzò il suo impegno artistico sul cinema di guerra: questo Londra chiama Polo Nord, tratto dal romanzo London calling North Pole di Hermann Joseph Giskes, forse non è tra i suoi lavori più avvincenti e convincenti, ma di certo gode di una struttura narrativa solida e anche abbastanza complessa, presumibilmente per meriti sia del soggetto (parzialmente autobiografico, in quanto Giskes era un agente segreto inglese durante il secondo conflitto mondiale) che della sceneggiatura, che reca le firme del regista, del semisconosciuto Giuseppe Scoponi, di Massimo Mida e dell'infallibile (o quasi) Ennio De Concini, uno che riusciva a costruire un film da mezza idea – figuriamoci qui che ci sono così tanti intrecci e sviluppi. Produzione interamente italiana, la pellicola vanta un discreto cast internazionale, pur privo di nomi eccellenti: tra i principali interpreti compaiono infatti Curd Jugens, Dawn Addams, Folco Lulli, René Diltgen, Dario Michaelis, Albert Lieven, Giacomo Rossi Stuart, Lauro Gazzolo e Philippe Hersent. Ritmo, tensione ed emozioni nel complesso valgono il prezzo del biglietto, quantomeno se si cercano cento minuti di intrattenimento a tema bellico. 3,5/10.
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