Regia di Duilio Coletti vedi scheda film
Per essere un film italiano anziché una grossa produzione internazionale di genere bellico, Londra chiama Polo Nord è un gran bel lavoro. Spie, carcerieri senza scrupoli, vecchi palazzi riadibiti a prigioni, l'incubo della guerra sempre incombente e che pare non voler finire mai, location accattivanti (basti pensare al segmento ambientato nella "tranquilla" e mondana Barcellona) contribuiscono a esaltare il tema trattato, ossia quello del tradimento della patria per aver salva la vita, probabilmente non dei più originali e sempre a rischio noia.
Lento all'inizio, si riprende egregiamente da metà in avanti, ovvero da quando i due prigionieri inglesi, poi accusati da Londra d'aver collaborato col nemico, evadono, mettendo in moto una catena di eventi e di equivoci ben dosati che esploderanno nel finale tutt'altro che consolatorio.
In alcune scene - quella della casa d'appuntamenti, quella nel negozio di pianoforti - siamo di fronte a ottimi risultati per quanto riguarda la tensione e l'uso della colonna sonora di Nino Rota, mentre nella scena finale, con la redenzione del colonnello tedesco tradito che lascia andare la bella protagonista, forse innamorato, forse soltanto perché desideroso di ribellarsi nei confronti dei propri superiori, Coletti lascia spazio addrittura a una certa poesia, una elicatezza per immagini impensabile a inizio pellicola. Promosso, ed è un peccato che non sia troppo noto.
Voto: 7
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