Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Roddy (Ivor Novello), studente modello e anche rugbista nella squadra del collegio dove studia, viene ingiustamente accusato da una ragazza di una colpa commessa da un suo compagno: questo gli procura l'espulsione e il biasimo del padre; da questo momento inizia la sua discesa, che pare inarrestabile.
'Il declino' è il quinto film di Alfred Hitchcock, appartenente ancora al periodo del muto, ed è, nella mia ideale graduatoria di tale porzione - che consta di 9 film compiuti (ma uno 'L'aquila della montagna', purtroppo andato perduto) tra il 1925 e il 1929 - della sua filmografia, secondo solo a 'Il pensionante', il film più importante della prima parte della carriera.
Il soggetto, scritto dal protagonista del film Ivor Novello - attore non certo eccezionale - in coppia con Constance Collier, è, come capita spesso nei film del maestro inglese, poco più di un pretesto, comunque contenente la tematica ricorrente dell'innocente accusato ingiustamente, che viene da lui utilizzata per mettere in atto le sue ricerche a livello di linguaggio.
'Downhill' lo si può definire un film sperimentale, dato che è ricco di trovate visive successivamente perfezionate nel corso degli anni, prima fra tutte la soggettiva, usata dall'autore per creare suspense nella scena decisiva nell'economia del racconto, quella in cui la ragazza guarda i due giovani e, alla fine, indica il 'colpevole', oppure quelle di ripetute inquadrature del giovane che, per simboleggiare la sua caduta nella scala sociale, scende prima con la scala mobile la metro, poi con un'ascensore ed infine una scaletta in una nave: questo suo espediente, da quanto ho letto sul libro di Truffaut, non era molto amato dal regista stesso, ma a me è parso geniale proprio per la sua semplicità nel comunicare qualcosa con immediatezza.
La sequenza migliore in assoluto è quella dove, con degli accorti movimenti di macchina, Hitchcock mostra come il cinema sia l'arte dell'inganno perpetrato nei confronti dello spettatore: vediamo il protagonista, inquadrato in primo piano e pare un cliente in un ristorante, la mdp si allontana e si capisce invece che fa il cameriere; a questo punto, la mdp fa un movimento verso destra e capiamo che la realtà (filmica) è un'altra ancora, ovvero siamo su un palco e il ragazzo fa l'attore in uno spettacolo di varietà.
Rivedibile invece la recitazione di tutto il cast, con le tipiche enfasi e pose estatiche da film muto, unico elemento che rallenta il ritmo piuttosto spedito grazie all'accortezza del montaggio.
Voto: 7 (v.o.)
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