Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Uno dei primi film di Hitchcock, ma in assoluto il primo in cui il regista compaia in un cameo (anzi, rivelano gli appassionati che le sue comparsate siano ben due: nella redazione del giornale e in mezzo alla folla). Ivor Novello, divo del muto inglese, è l'ottimo interprete di questo 'esperimento' di un regista che sta definendo con precisione la sua strada: come non intravvedere infatti, in questo Inquilino (altrove intitolato anche Il pensionante), molti elementi tipici del futuro cinema di Hitchcock? La tensione che cresce, l'ambiguità dei personaggi, un innocente colpevolizzato: ce n'è abbastanza per riconoscere la firma dell'autore, che sceneggia insieme a Eliot Stannard. E c'è anche qualche trovata registica interessante, come la sovraimpressione del lampadario in movimento (sintomo che al piano di sopra l'inquilino si sta agitando) e della rapida ed impaziente camminata dell'inquilino, particolare che rende l'idea in maniera efficace di quanto sia tormentato - e da tenere quindi sott'occhio - il personaggio. La risoluzione del mistero è fin troppo sbrigativa e non rende neppure completamente giustizia all'innocente (viene riabilitato, d'accordo, ma nel patto stretto con la madre morente doveva essere lui in persona a scovare il killer), ma, come si diceva appunto poco sopra, Hitchcock si sta ancora preparando il terreno per i futuri successi. Poco più di 70 i minuti di durata. 6/10.
A Londra ogni martedì sera un maniaco assassina una ragazza bionda; i coniugi Bunting sono preoccupati dal nuovo, taciturno inquilino: temono per l'incolumità della bionda figlia Daisy. Un poliziotto innamorato di Daisy stringe le indagini attorno all'inquilino, che a quanto pare non è del tutto estraneo al caso del serial killer...
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