Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
"È il più brutto soggetto che abbia mai scritto a tal punto che ho perfino vergogna a raccontarlo". Così diceva Hitchcock di Easy Virtue. Difficile dargli torto; non è un film orrendo ma, restando tra i muti, non si avvicina minimamente né a Downhill né a The Lodger.
Larita è una femme fatale, tale da far innamorare l’artista che la ritrae e indurlo al suicidio. Un tribunale la condanna per libertinaggio, nonostante il marito sia un violento e alcolizzato. Per distrarsi Larita va in Francia doveconosce John, ricco inglese che la sposa e la porta a casa. La famiglia di lui indaga e la riconosce come la libertina condannata una prima volta, induce John a lasciarla e a farle subire un secondo processo.
Le riprese si effettuarono per gli interni negli studi di Islington, per gli esterni in Costa Azzurra e Alpi Marittime. Il film fu accolto tiepidamente dal mondo della critica cinematografica e si rivelò un fallimento finanziario. Memorabile però la sequenza al telefono, capace di anticipare di parecchi decenni centinaia di film noir. Essa insieme alle scene iniziale e finale sono le uniche che rimangono impresse, per il resto il film è molto piatto e abbastanza noioso.
Voto: 5.5/10
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