Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Ricevuto un nuovo incarico accademico, il prof. Humbert (Mason) trova alloggio come pensionante nella casa di una vedova petulante (Winters). Attratto da Dolores (diminutivo: Lolita), giovanissima figlia della donna, pur di stare accanto alla teenager l'uomo ne sposala madre. Quando quest'ultima muore tragicamente, il prof. Humbert può finalmente ingaggiare con la ragazzina una liason che però è disturbata continuamente dagli occhi indiscreti del vicinato e dalla fantomatica figura di un commediografo che che è il motore narrativo occulto della storia.
Appena 7 anni dopo la pubblicazione dell'omonimo best-seller, Kubrick firma uno dei suoi capolavori, forse il suo capolavoro assoluto, alla cui sceneggiatura partecipa l'autore stesso del romanzo originale, Vladimir Nabokov. Aggirata la censura con una drastica riduzione dei momenti più pruriginosi del racconto - il film non potrebbe essere più avulso di così da qualsiasi tentazione di erotismo - dal primo lungometraggio inglese di Kubrick (due ore e mezza di durata) esce il ritratto cinico di un'America puritana e guardona, ossessionata dalle apparenze eppure sempre sul crinale della trasgressione. Al romanzo dello scrittore russo, Kubrick regala un umorismo cinico, una deformazione grottesca sostenuta soprattutto dalla interpretazione memorabile e istrionica di Peter Sellers, incardinata in un' impeccabile struttura narrativa da commedia nera, capace di resistere perfettamente alle insidie del tempo e costruita, dopo un breve prologo, su un lungo flashback che lascia spazio a momenti di grandissima tensione alternate con brusche virate splastick.
Per Sue Lyon, tredicenne al momento delle riprese, la carriera nella settima arte si fermò sostanzialmente qui.
Nel 1997 Adrian Lyne girò un'altra versione di Lolita, interpretata da Jeremy Irons, così poco riuscita da non poter essere neppure comparabile con quella di Kubrick.
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