Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
L’amore sbagliato è, quasi sempre, un amore malato, figlio di un sogno impossibile che diventa ossessione. L’attrazione di un professore cinquantenne verso la bellezza e la gioventù di una ragazzina è una passione nostalgica che induce una fuga dalla ragione, da quella sapienza che egli ha accumulato negli anni a spese della spensieratezza e dell’innocenza di un tempo. Alle complicazioni di un rapporto maturo e responsabile, Humbert preferisce la futilità dell’idillio adolescenziale, che significa piacersi, stare insieme e farsi dei regali. A quell’età non c’è trasporto né voluttà, ma solo la romantica illusione di essere unici e speciali di fronte a sensazioni tanto indefinibili e nuove.
In Lolita la potenza visiva di Kubrick si esprime in una narrazione limpida e sincera, una sorta di luce totale che non ammette le ombre del pudore e della morbosità, perché tutto ciò che scorre davanti all’obiettivo è platealmente semplice e naturale, come la morte, il dolore, la gelosia e la voglia di libertà.
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