Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Fu il primo film che Kubrick girò in Gran Bretagna, e il punto di svolta della sua carriera:infatti, per ragioni censorie legate a questo progetto, il regista abbandonò gli Stati Uniti e prese poi la decisione di andare a vivere in Inghilterra. Tratto dal discusso libro di Vladimir Nabokov, "Lolita" è una pellicola dichiaratamente torbida, che presenta personaggi di un cinismo assoluto, e soprattutto mette in evidenza due laidezze di stampo maschile, diverse ma accomunabili. Oggetto dei desideri è la giovanissima Lolita, pigra detentrice di una sensualità acerba eppure incisiva, che sia il professor Humbert H.Humbert, racchiuso in una particolare,statica banalità fin dal nome che il ricco e cialtronissimo commediografo Quilty vogliono concupire, l'uno per una passione morbosa e senza limiti, l'altro come imperdibile sfizio. L'impronta del genio è nell'apertura che in realtà è il finale della vicenda, e la cupezza progressiva del racconto illustra come inesorabilmente la vicenda scivoli in un versante tragico.Detto questo, è forse il film di Kubrick che amo di meno, probabilmente per le dimensioni un pò elefantiache della durata:concisione mancata a parte(qui mi sono sembrati decisamente troppo dilatati i tempi), il film rimane un'opera interessante, straordinariamente interpretata da un James Mason di altezzosa ipocrisia, da una Sue Lyon poi apparsa molto in tv e poco al cinema, da una Shelley Winters che lascia intuire tutta la fragilità del suo personaggio, e da un Sellers che si preparava al gran numero de "Il dottor Stranamore".Storia di passioni malate, di perdizione conscia dentro il vizio della propria stupidità, ha avuto un remake caduto presto nel dimenticatoio, forse per eccessiva ambizione.
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