Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
Splendido mediometraggio quasi interamente in bianco e nero (quel b/n tipico di Sokurov) in cui la protagonista handicappata trascorre la sua vita quasi sempre su un letto coperto da un telo modellato a semicilindro, come fosse una specie di sarcofago fantascientifico o da film espressionista. Film d'interni, di ombre, di disagio, di solitudine e di dialoghi al telefono, tipo Voce umana di Cocteau, dal finale grottescamente commentato da una musica cabarettistica e ironica. 8 1/2
Una donna malata chiama il marito al telefono ma il centralino le passa un numero presumibilmente sbagliato: lei sente una conversazione su un misterioso omicidio premeditato, tenta di avvertire il centralino e la polizia...
Perlopiù Giuseppe Verdi, poi nel finale musica spiritosa da Cabaret. In mezzo breve inserzione di un canto arabo.
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