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Diamond 13

Regia di Gilles Béhat vedi scheda film

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La recensione su Diamond 13

di bradipo68
8 stelle

Guardando film come questo mi chiedo sempre che cosa manca al cinema italiano recente per riuscire a sfornare film di questo tipo.Noir più neri della notte che cercano di rielaborare le illustri lezioni del passato e con personaggi a tutto tondo con cui è praticamente impossibile identificarsi.Diamond 13,polar diretto da Gilles Behat,tratto da un romanzo di un ex flic è scritto  oltre che dal regista ed all'autore del romanzo anche da Olivier Marchal(e si vede), che si concede anche davanti alla macchina da presa.Contiene molte delle tematiche del cinema di Marchal a partire dal marcio che si è inflitrato oramai ovunque nella polizia in ogni suo grado.Il film è popolato di personaggi infidi,impuri sempre con qualcosa da nascondere e che hanno il minimo comune denominatore di non essere quello che sembrano.Da questa categoria gli unici che rimangono fuori sono il poliziotto intepretato da Depardieu(che è cristallino nella sua volontà di vendetta) e il gangster recitato con un aderenza quasi parossistica da Aurelien Recoing,anche lui adamantino nel suo intento.Sono loro gli unici due personaggi che sono esattamente quello che sembrano,due facce di una stessa medaglia che risaltano nel marasma che li circonda.La polizia è corrotta,sono pochi quelli che si salvano,i politici sono collusi con la criminalità senza distinzione di partito,non c'è spazio per nessuna parvenza di buoni sentimenti in questo universo livido in cui anche il sangue ha un colore spento,dalle tonalità metalliche.Depardieu recita quasi da fermo come faceva Lino Ventura negli ultimi suoi film ma è magnetico come ai bei tempi con quella faccia da superduro e quello sguardo che inchiodano allo schermo.Non credo che ci sia un altro attore oltre al succitato Lino Ventura a cui Gerard assomigli.E'assolutamente unico,anche nella sua inimatibile capacità di passare da un poliziesco di Marchal o di Chabrol a una commedia di Veber.Proprio come il buon vecchio Lino.

Ritornando al film è difficile trovare nel cinema d'oggi un film tanto cupo e disperato,affondato in un mondo senza speranza.Un film disturbante con una messa in scena molto curata e il solito coro di personaggi con le facce giuste.Probabilmente sfugge qualche passaggio logico per cercare di riassumere dalla fonte letteraria ma è un piacere tuffarsi in un cinema di genere girato con tale profondità.Intendiamoci non un capolavoro ma decisamente una boccata di aria fresca(e intossicante allo stesso tempo) in un panorama cinematografico ormai del tutto omologato al conformismo.Un cinema di facce,di omicidi brutali,di periferie gelate dalla nebbia e svuotate di qualsiasi parvenza di umanià,brulle e inospitali,di ustionanti faccia a faccia tra il cosiddetto buono(ma qui non esistono buoni perchè il poliziotto per vendicare l'amico calpesta ogni legge scritta e non scritta) e i cattivi che qui sono cattivi per davvero,assolutamente senza pietà e carità cristiana.Così come sono senza principi tutte quelle figure istituzionali (o meglio mezze cartucce) che cercano solo di preservare i propri privilegi.A suo modo il film di Behat è uno spaccato ultrarealistico di quello che succede ovunque.Un polar geometrico che si specchia nella realtà senza neanche deformarla più di tanto....

Su Gilles Béhat

regia ottima

Su Gérard Depardieu

maestoso

Su Asia Argento

funzionale

Su Olivier Marchal

anche lui ha la faccia giusta nel ruolo giusto

Su

brava

Su Anne Coesens

non male

Su Catherine Marchal

brava

Su

eccellente

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