Regia di Claudio Del Punta vedi scheda film
Gli schiavi esistono ancora, a Santo Domingo, nei “batey”, i villaggi costruiti nelle piantagioni di canna da zucchero, dove gli immigrati provenienti da Haiti faticano sotto lo stesso sole che attira i turisti. Sfruttati in condizioni ottocentesche, in mano a proprietari terrieri senza scrupoli: senza diritti, senza servizio sanitario (un po’ come da noi i lavoratori precari…), i braccianti vivono e sopravvivono nelle baracche di legno, in situazioni primitive. Spesso capita che i più deboli non riescano a farcela. L’unica via è la fuga, ma verso dove? Premiato l’anno scorso a Locarno, il piccolo film indipendente di Claudio Del Punta, scuola neorealista, attori non professionisti, è un esempio di cinema utile, da vedere e sostenere. Che mette sotto la lente una serie di problematiche troppo esotiche per avere visibilità. Lo fa evitando tentazioni exploitation, anzi, scegliendo uno stile fin troppo sobrio che però non rinuncia alle didascalie e a qualche scorciatoia, probabilmente nel tentativo di rendere più narrativo un racconto che poteva essere anche solo durissima cronaca. Piccolo evento a Parigi, probabilmente invisibile nei nostri circuiti, sempre più refrattari alle monosale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta