Regia di Morgan Spurlock vedi scheda film
Tre anni dopo il sorprendente Super size me (cinque se consideriamo i ritardi distributivi), Morgan Spurlock, in procinto di diventare padre, si domanda in che razza di mondo metterà suo figlio, se sull'America incombe ancora la minaccia di Osama Bin Laden. Girando per Marocco, Egitto, Arabia Saudita, Afghanistan, Palestina e Pakistan, Spurlock si mette sulle tracce del nemico pubblico numero 1, il terrorismo fatto persona. In realtà si tratta di un'occasione per capire cosa, tra nordafrica e Medio Oriente, la gente pensi degli americani e quanta accondiscendenza ci sia in quei mondi lontani nei confronti della jihad. Con uno stile documentaristico che è impossibile non avvicinare a quello di Michael Moore, Spurlock mescola divertentissime animazioni e grafici, Bignami storico-economico-politici e interviste a gente per strada (gli ebrei ortodossi - spiace dirlo - ci fanno una pessima figura). La prima mezz'ora guizza via spumeggiante e sulfurea, con un chiarissimo atto d'accusa nei confronti della politica estera a stelle e strisce. Ma i restanti due terzi del film stemperano la vis polemica promessa dalle prime battute e il film finisce col mantenere molto meno di quanto avesse promesso.
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