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Come un uragano

Regia di George C. Wolfe vedi scheda film

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La recensione su Come un uragano

di LorCio
4 stelle

Il regista di questo film ha raggiunto la fama teatrale con Angels in America, uno dei pochi veri cult di questo inizio millennio. Insomma, la tragica epica moderna e crepuscolare di quell’opera poco si coniuga con le effusioni romantiche di Come un uragano, esordio del medesimo regista dietro la mdp. E Tony Kushner sta a Nicholas Spark come l’uragano Katrina sta ad un temporale estivo. Produttore spudorato di esondazioni lacrimose, Spark è il bestsellaro più prevedibile degli ultimi vent’anni: i suoi romanzi sono secchi al contempo accorati, antimocciani perché contro l’estenuante prolissità in favore della lunghezza di un Harmony, mocciani per come riesce a creare attenzioni sentimentali nel suo pubblico, generalmente medio-basso e poco pretenzioso. Il miglior esempio (si fa per dire) di cinema sparkiano è Le pagine della nostra vita, se non altro perché retto da due signori attori come Gena Rowlands e James Garner e impreziosito da una sequenza sublime (il riconoscimento e la consapevolezza della malattia), mentre Le parole che non ti ho detto fu un’occasione sciupata (e sciupati furono i pur bravi protagonisti, compreso Paul Newman) e I passi dell’amore era una scemenza. Questo può contare sull’apporto di due interpreti affiatati (meglio Diane Lane rispetto allo svogliato Richard Gere) costretti a recitare dialoghi che di improvviso come un uragano non hanno nulla. Tutto è lasciato in superficie, con una leziosa cura che nasconde la mancanza di idee. Non riesce nemmeno nell’opera di far piangere (e con una storia del genere, strutturata meglio, ci sarebbe riuscito anche un bambino), ed un motivo capitale risiede nella solita solfa di far piangere gli stessi protagonisti per stimolare lo spettatore. Non è un brutto film, ma è noioso, stinto, risaputo. Ha il respiro dei teleromanzi pomeridiani nella sua negligenza di affondare nelle psicologie dei personaggi.

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