Regia di George C. Wolfe vedi scheda film
ANTICIPAZIONE DEL FINALE - Bisogna dire che è realizzato benino, che la fotografia è degna di rispetto e che gli attori si impegnano e non sono male. La sceneggiatura, però, è decisamente carente. La trama non scioglie i nodi, mentre finge però di scioglierli brillantemente; la protagonista trova cioè una serenità artefatta e non credibile. La sua situazione familiare è come se si dissolvesse o si sistemasse in modo non precisato.
La storia d'amore è in parte estremamente scontata e sempliciotta, dall'altra confusa. Ciò che è chiaro è la contrapposizione tra l'amore per il marito e quello per il bell'uomo venuto da fuori. Non si parla di spegnimento dell'amore coniugale o di crisi, ma di diversità. Davanti a questa constatazione la donna respinge il riavvicinamento del marito e nega ai figli il padre in casa, nonostante le loro lacrime. Come fa a trovare la serenità su queste basi? Inoltre non si può neppure definire un film divorzista, ma se mai un'opera che spezza una lancia per l'amore ideale e impossibile. Meglio soli che senza di esso, questo forse il succo.
Un elemento riuscito e intelligente è purtroppo collaterale, cioè il dramma di un medico coscienzioso a cui muore una paziente sotto i ferri. La rappresentazione che ne vediamo è interessante, come pure i sofferti colloqui con il vedovo. Se si fosse girata una pellicola su questo argomento forse ne sarebbe venuta fuori un'opera riuscita. Del resto Gere sembra rendere di più come uomo schiacciato dal senso di colpa che come suadente bellimbusto. Bella anche la sequenza dell'uragano.
Forse è uno di quei film che alla fine scontenta quasi tutti, cioè coloro che volevano una storia formato "Harmony" e quelli che cercavano un'opera intrigante che abbia qualcosa da dire, o almeno veramente romantica.
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