Regia di Rod Lurie vedi scheda film
La reporter Armstrong (Kate Beckinsale), pubblicando un articolo sul giornale per il quale lavora, svela l'identità di un agente infiltrato della CIA in Sud America.
Il governo nomina un procuratore speciale (Matt Dillon) che intima alla giornalista di svelare la propria fonte, pena il carcere.
Classico film d'inchiesta girato con polso dal regista Lurie, che pone una questione che spinosa è dir poco, ossia quanto la libertà di stampa ( che passa per la protezione delle fonti) è determinante nel garantire la democrazia e fin dove si può spingere lo Stato. Fare il giornalista è una questione morale prima di tutto ( mi viene da ridere pensando ai pennivendoli fioriti in rete nel nostro tempo). E fin qui ci siamo.
Ciò che funziona meno sono i due protagonisti, entrambi poco credibili nei rispettivi ruoli, un azzardo cucire sulle fragili spalle della Beckinsale un ruolo cosi complesso. Bene invece il resto del cast a cominciare da Vera Farmiga.
Cio che non funziona proprio invece è il ridicolo epilogo in cui viene svelata la fonte, due minuti di film che sono un insulto all'intelligenza dello spettatore e che quasi vanificano quanto di buono fatto.
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