Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Non so cosa pensi Salvatores di questo suo film, ma dubito che ne sia rimasto intimamente soddisfatto. Secondo me è uno dei lavori meno riusciti, secondo forse al solo Amnèsia, del regista di Mediterraneo. Si nota una qualche continuità con l'altro film ammanitiano di Salvatores, Io non ho paura (che comunque è infinitamente più riuscito) per le tematiche, come l'infanzia difficile e una qualche mostruosità dei genitori, e una certa continuità anche con Amnésia, per l'assoluta mediocrità dei risultati, ma qui il regista non sembra neanche lontanamente parente di quello di Marrakech Express e Turné. Una sceneggiatura raffazzonata, che affastella luoghi comuni in una notte da tregenda, dove succede tutto quanto ci si può aspettare, non è riscattata dalle prestazioni degli interpreti, nonostante l'impegno di Timi e del ragazzino Alvaro Caleca. Elio Germano è costretto alla peggiore performance della sua luminosa carriera, in un ruolo a metà tra il rain man di Dustin Hoffman e il demente di Cane di paglia. Il film acquista un minimo di mordente nella seconda parte, ma non riesce mai ad emozionare, neanche nel finale ad effetto.
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