Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Troppi di quelli che hanno letto il libro stanno storcendo il naso. Del resto lo scandagliare un rapporto conflittuale e contraddittorio tra padre e figlio rimane per molti versi poco cinematografico. Salvatores si è attaccato soprattutto ad un episodio e ci ha lavorato di mestiere. Storia di emarginazione estrema, dove i protagonisti rispondono tuttavia a loro codici etici, dove il matto è troppo matto, la ragazzina troppo scema, dove piove troppo, dove l'assistente sociale sembra lui abbisognoso d'assistenza, dove perfino l'ipod (come già fatto notare) funziona fin troppo bene. Col troppo si lavora bene del resto, si mettono subito in evidenza negatività e contrasti, sfuggono le sfumature ma si delinea il contorno, scappano via le contraddizioni ma si traccia una bella storia precisa. Tutti stanno al posto giusto, nessuno sfora il suo destino ed alla fine ci scappa pure la lacrimuccia. Molto annunciato ma non condannabile. Premio, anzi, il comunque volersi cimentare con storie dalla lettura variegata che ambirebbero ad un respiro più ampio e dettagliato. Film da prendere o lasciare. Stavolta prendo.
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