Regia di Luca Lucini vedi scheda film
Dermatologo trentenne torinese in carriera con figlia neonata a carico e sensi di colpa per la morte della moglie trova l’amore di una ragazza francese figlia d’industriali giunta nel capoluogo piemontese per un posto di ricercatrice. Solo un padre è un film “girato bene” dicono, con attori che recitano tutti allo “stesso modo” e musiche tappezzeria. Dominio assoluto della monoforma televisiva. Come mai in Italia per affrontare questioni come i sentimenti e l’amore ci si ritrova sempre con confezioni così reazionarie? Meri contenitori pavloviani per il solito product placement. Il come si ragiona sui sentimenti la dice lunga infatti sul clima culturale di un paese. Sosteneva tempo fa Raffaello Matarazzo in una lettera del dicembre 1955 a “l’Unità” che «il sentimento [...] o c’è o non c’è». Ossia le storie sono quelle che sono, conta la forma. E poi sarà pure una faccenda di classe: ma come si fa ad amare un tipo la cui “fase eroica” si riassume con una vomitata nel 1992 mentre ascoltava i R.E.M. convinto che avrebbe avuto tutto? Gli americani c’hanno Rachel sta per sposarsi. I francesi Racconto di Natale. Noi Luca Lucini. Qualcosa vorrà pur dire, visto che da oggi sarà impossibile riascoltare Everybody Hurts dei R.E.M.
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