Regia di Jeff Wadlow vedi scheda film
Karate Kid oggi, nella speranza che non diventi una quadrilogia. Un film-calco questo Never Back Down, che ci ha fatto sentire vecchi e ripensare al precedente con Ralph Macchio come a un capolavoro. Sensazioni sgradevoli, accompagnate da un quesito: «Ma se avessimo avuto più di dieci anni nel 1984, ci sarebbe piaciuto lo stesso quel filmetto sulle arti marziali?». Daniel Larusso è più figo, si trasferisce a Orlando, in Florida, la sua ragazza potrebbe fare i calendari e al karate preferisce la lotta mista (kickboxing + jiu jitsu + wrestling + altro). Un po’ Fight Club, un po’ American Pie, un po’ Cenerentola, il film diretto dall’esordiente Jeff Wadlow fa combattere i suoi protagonisti in esterni lussuosissimi, convinto che al botteghino gli ormoni contino più del cuore. La musica è cambiata, questa è l’era di Internet, e al liceo tutti vanno matti per YouTube. Essì, Karate Kid ci sarebbe piaciuto lo stesso, perché il karate era questione di equilibrio. Qui, per essere il migliore devi battere i migliori. Rigorosamente ricchi e fisicati. Film di plastica, zeppo di bellezze gonfiabili, di pugni e calci che non fanno mai davvero male. Insipido come un piatto senza sale.
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