Regia di Jan Cvitkovic vedi scheda film
Parte in modo sommesso questo film slavo, si barcamena tra il dramma e la commedia, accenna un sorriso e poi si fa prendere dalla malinconia. Indecisa tra Kusturica e Kaurismäki, la regia sembra non sapere da che parte andare. Poi il film sterza improvvisamente e non c’è più speranza per nessuno. Al suo terzo lungometraggio il regista sloveno Jan Cvitkovic racconta la storia di Pero, trentenne che si guadagna da vivere scrivendo discorsi funebri nel cimitero del paese. Nel piccolo villaggio dove abita insieme alle sorelle e al padre aspirante suicida le giornate passano lente e sembra non accadere mai nulla. La guerra nei Balcani è un ricordo lontano ma ha fatto marcire qualcosa dentro i corpi e dietro gli occhi. La macchina da presa tenta più volte di alzare gli occhi verso il cielo, di perdere peso e di sollevarsi da terra, ma la traiettoria circolare dello sguardo è tentata fatalmente dalle fosse oscure che si aprono sotto la polvere. La morte è una tentazione irresistibile per tutti i protagonisti – per le donne, vinte dalla propria ansia di auto-punizione e per gli uomini, incapaci di controllare il proprio sadismo. Miglior film ai Festival di San Sebastián e Torino nel 2005.
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