Regia di Kôji Wakamatsu vedi scheda film
Koji Wakamatsu compie l'ennesimo artistico esercizio di regia, nelle solite, essenziali geometrie d'interni, nei cui spazi squadrati si manifesta tutto lo spirito di un periodo: è il sessantotto giapponese, con, da un lato, la contestazione studentesca e la liberazione sessuale, e, dall'altro, la repressione della polizia e l'insofferenza dichiarata dalla borghesia. L'intercettazione ambientale effettuata da due agenti diventa lo strumento di indagine introspettiva nel dramma esistenziale di un sospetto sovversivo. L'orecchio della cimice coglie, nel suo appartamento, i suoni di un'intimità trasgressiva in tutti i sensi, eppure spontanea e intensa, diversa dall'eros dominatore e rituale di "Sex Jack" e da quello folle e brutale di "Angeli violati". Tuttavia questa pratica rimane, come negli altri due film, lo sfogo di un'energia che, non trovando sbocco nella rivolta, si avvolge su stessa: qui la vediamo incanalarsi in un circuito fisiologico fatto di cibo, sonno e sesso. Ancora una volta, l'incapacità/impossibilità di realizzare un'azione rivoluzionaria comune e concertata si trasforma in un individualismo claustrofobico, in una passività ermetica che è un fenomeno interamente psicologico, immemore di qualsiasi ideologia che tale possa definirsi. L'animo del protagonista è completamento messo a nudo, esplicitato in tutta la sua vacuità, e non più nascosto, come in "Sex Jack", dietro i vuoti proclami politici e la millantata capacità offensiva di un capogruppo privo di seguaci. Il solitario attentato suicida equivale alla estrema negazione del sé, allo scoppio autodistruttivo di un ego troppo a lungo represso. Il regista giapponese ci propone una delle sue tante variazioni sul tema della "politica" dei giovani alle soglie degli anni settanta: una politica immatura, che non costruisce accordi né formula progetti, ma, invece, prende di mira un presente che considera caparbiamente affacciato su un futuro inesistente. Il soggetto è più che valido, purtroppo la sua realizzazione appare un po' annacquata, e non molto incisiva.
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