Regia di Chris Marker vedi scheda film
Una mole impressionante di pellicola: quattro ore di documentario - ridotte poi a tre in una revisione a cura dello stesso regista negli anni '90 - sui principali fatti politici mondiali che, a cavallo fra i Sessanta e i Settanta del Novecento, hanno reso possibile il pensiero della realizzazione concreta di una rivoluzione socialista planetaria. Immagini di conflitti, sulle strade, nelle piazze, si alternano a interviste o discorsi pubblici di leader politici e personaggi di spicco del mondo della cultura, fra Mosca e Parigi, il Cile e la Cina, il Vietnam e il Brasile, Fidel Castro e Mao, Malraux (ministro francese) e Allende, Pompidou e Behn-Condit. Insomma, Le fond de l'air est rouge è un magazzino di informazioni su quel periodo storico, con l'unico vezzo dell'esplicito orientamento a sinistra; nella 'rilettura' riaggiustata nei '90, Marker aggiungerà in fondo al film un commento piuttosto duro sull'esito effettivo di tutte quelle 'belle promesse'. Fra le voci fuori campo che raccontano gli avvenimenti (commentandoli, ma sempre senza distaccarsi eccessivamente dall'oggettività dei fatti: è pur sempre un film di Marker, mica di Godard) ci sono anche quelle di Simone Signoret, François Perier e Yves Montand. Come ripassino di storia questa pellicola ha un innegabile valore; idem come dimostrazione pratica delle potenzialità del cinema in quanto a supporto della - troppo spesso - sfuggente memoria umana. 6,5/10.
Documentario politico che ripercorre i principali fatti mondiali, in quanto a guerre e rivoluzioni, fra il Vietnam (seconda metà degli anni '60) e l'attentato ad Allende, in Cile nel 1973.
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