Regia di John Douglas, Robert Kramer vedi scheda film
Quanta bella gente in questo film . Quanta bella America c'era, persone radicali nelle scelte di vita, che hanno cercato di non farsi ingabbiare dal sistema. Un opera senza sovrastrutture familiari o politiche senza facili proclami ideologici che si confronta con i problemi concreti, con cui anche questa gente deve prima o poi fare i conti. La differenza sta nel modo in cui si affrontano tali problemi, anche la ricerca del lavoro diventa creativa e non guidata ovviamente dal mito del lavoro fisso, tutto europeo. Si sceglie sempre la strada meno facile ma più libera. L'altra America, questa America, trova normale disertare e far disertare la guerra, trova normale abbandonare un lavoro sicuro perchè non si può occupare dei problemi veri della società, trova normale partorire in casa con tutti gli amici vicino e senza tagli, cesarei e artistici.
Questa america trova anormale un balordo che vuole violentare una ragazza e il frontale con il membro maschile ci fà capire tutta la violenza in pochi attimi. Questa america trova normale che un popolo, qualunque popolo venga cacciato dalla sua terra con violenza, si oppora con tutte le sue forze all'invasore.
Questa America trova normale che un uomo di colore amministri il potere politico.
Questo film è l'ultimo possibile sul movimento, è complementare a Nashville, i due affreschi corali ci dicono che alla fine lo spettacolo ha vinto. La forma anti-spettacolare di Milestones, si concretizza nel modo di filmare la vita, concreto, viscerale e spogliato di tutti i pesi politici e ideologici. Film-summa del movement dei drop-out che sembra accettare la proria sconfitta cercando una rinascita, una spinta, una ripartenza sapendo che questa ricerca è difficile e dolorosa.
Questa America forse ha perso o non esiste più, ma quanta bella gente ne faceva parte.
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