Regia di David Frankel vedi scheda film
Dimenticate "Beethoven" e simili (cioè quello che mi aspettavo io). Mettete da parte anche il titolo, un po' fuorviante; avrebbe potuto essere "Noi e Marley" o qualcosa del genere. Infatti il film non parla di un cane, o di un cane col suo padrone, ma racconta la storia di una coppia e poi di una famiglia, accompagnata dalla presenza di questo simpatico Labrador, che però rimane sempre in secondo piano. Il romanzo da cui è tratto il film deve essere autobiografico, perché anche quest'ultimo ha il sapore della vita vissuta, simile a tante altre vite: la coppia, il matrimonio, i figli, le litigate e le riconciliazioni, il lavoro, i traslochi, le tante difficoltà quotidiane, le gioie, e... il cane. La sceneggiatura e i dialoghi non sono banali, e anche la voce narrante è azzeccata. Gli scorci della vita professionale del protagonista hanno anch'essi qualcosa da dire. Non manca qualche tocco di ironia e di umorismo sottile, che funziona meglio di qualche gag non del tutto riuscita.
Nell'insieme, la pellicola riesce a dare la sensazione dello scorrere del tempo e delle cose che cambiano. E' ovvio che coloro che hanno una cane si sentiranno più coinvolti, ma anche agli altri non dovrebbe dispiacere. Vengono evitati gli stereotipi dei film su animali, gli ammiccamenti banali, e il bestione riesce ad essere simpatico di suo, senza i patetici tentativi del regista di renderlo tale. Altro punto a favore, il cane viene rappresentato come un cane, e non umanizzato.
Bravo Owen Wilson, e forse lo è anche Jennifer Aniston, che però è tenuta un po' lontana dal regista; rughette? zampe di gallina? Non lo so, ma qualche primo piano si poteva farle.
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