Regia di Mario Canale, Annarosa Morri vedi scheda film
Bello, bravo, bis. Marcello Mastroianni è stato questo e moltissimo altro: innanzitutto uno smisurato contenitore di talento. Ma anche un antidivo semplice e schivo, umile, umanissimo. Il documentario girato da Annalisa Morri e Mario Canale a 10 anni dalla morte ne celebra i (pochi) vizi e le (moltissime) virtù in un affresco piuttosto ordinario, nel quale a farla da padrone sono le testimonianze, rilasciate per l'occasione o montate ad arte dai filmati di repertorio, dei moltissimi grandi che hanno lavorato con lui: da Fellini, che nel Marcello nazionale ebbe un vero e proprio alter ego, a Visconti, da Tornatore alla Archibugi, passando per le due figlie avute da Flora Carabella e Catherine Deveuve, e poi Liliana Cavani, Germi, Scola, Monicelli, Rubini. Ne esce il ritratto di un attore capace di faticare moltissimo sul set ma pigro nella vita, con la fissazione per il telefono, elegante, molto amante delle donne e con un'attitudine al canto mai espressa fino in fondo. La voce off di Castellitto, che episodicamente entra nel campo visivo, raccorda un materiale raccolto senza grande originalità, che lascia pochissimo spazio alle doti d'attore del mattatore di Isola Liri.
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