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Il vecchio e il nuovo

Regia di Sergei M. Eisenstein, Grigoriy Aleksandrov vedi scheda film

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La recensione su Il vecchio e il nuovo

di OGM
8 stelle

Nella prima parte del film, Ejzenstejn realizza il monumentale ritratto della povertà e dell'oppressione, che si fanno posa del corpo, piega del volto ed inclinazione dello sguardo. Nel regime zarista, l'umanità, impastata di polvere e sudore, appare mortalmente sferzata dalla fatica e dall'oscurantismo. Il "vecchio" è raffigurato da un'immobilità statuaria, segnata da un'espressività dura e ombrosa, su cui il "nuovo" irrompe con un gioioso zampillio di luce e di materia, che è come lo spalancarsi di un sorriso. Nella seconda parte di quest'opera di propaganda leninista, i paesaggi umani, naturali ed industriali si fondono in un dinamismo plastico ed armonico, che riprende il funzionamento delle macchine, simboli del potente avanzare del progresso. Il richiamo all'unione è espresso dal motivo ricorrente della folla (di persone, di animali, di fiori, di veicoli), in cui alla forza visiva dell'abbondanza si aggiunge la spettacolarità del movimento coreografico. La terza parte è dedicata alla presentazione caricaturale di una borghesia grassa e corrotta: la casta dei kulaki e dei burocrati, in cui resistono perniciose sacche di potere zarista, che però nulla possono contro la fertile determinazione del popolo operaio e contadino.
Diversamente da "La Corazzata Potëmkin" o da "Il prato di Bezin", opere rivoluzionarie di guerra, questo film è un'opera di edificazione, in cui alla violenza del confronto armato si sostituisce l'energia della competizione sul lavoro, delle sfide contro il tempo, delle gare di efficienza. Il campo, la fabbrica, il cantiere diventano così i nuovi teatri di piccoli e grandi eroismi quotidiani.
Gli elementi cinematograficamente più gustosi di questo piccolo capolavoro sono - a parte l'impressionante teatralità scultorea delle immagini, che è il tratto distintivo più marcato del cineasta russo - le variazioni sul tema della semplicità contadina, che spaziano dagli atteggiamenti ingenuamente infantili alla goffaggine, che si tinge di humour e creatività.

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