Regia di Fabrice Du Welz vedi scheda film
Un uomo e la sua stabilità psicologica messa a dura prova.
L’unica cosa che ho capito leggendo i commenti è che è un film da guardare, chi lo venera e chi ci spala merda sopra, se ci si discute sopra significa che sarà sicuramente meglio del migliore tra quelli consigliati e, proprio perché così dubbio nella qualità, io sono tra quelli che, col senno di poi, piuttosto che guardarlo si sarebbe bastonato la schiena in quell’ora e mezza.
Il concetto di fondo è interessantissimo: il degrado mentale di un uomo. Malgrado il protagonista sia un artista, i tratti sono quelli caratteristici dell’uomo medio, discreto, cortese e distaccato. Fin da subito salta all’occhio la fotografia, bellissima e capace di affascinare anche nelle scene più noiose, quelle dove si spegnerebbe volentieri tutto quanto. Importantissima la potenza delle immagini che in questo specifico caso, costellato com’e tutto di dettagli onirici, devianti non solo nella trama ma soprattutto per l’effetto sullo spettatore, straniato e conseguentemente disagiato, hanno un ruolo immenso dedito a tutto fuorché al rassicurante. Il protagonista si ritrova in situazioni progressivamente umilianti ogni volta di più, sempre più solo in un posto abitato da folli dove accadono solo follie, inquietudine opprimente lo costringe a sfogarsi in pianti disperati fino alla condanna finale.
Pellicola incomprensibile, i tempi sono davvero lunghi, troppo per definirsi del genere dell’orrore, momenti apparentemente inutili occupano spazi che non meritano. Situazioni ridicole trasformano in tragicomiche scene che, nell’intenzione della categoria, dovrebbero avere piene potenzialità di squartamenti sanguinolenti. Un film orrorifico venuto male o un dramma di pessima qualità, non so proprio, in ogni caso, pur sempre qualcosa di diverso per chi vuole rischiare.
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