Regia di Mark Herman vedi scheda film
Film toccante ma anche didascalico. Se è vero che i simbolismi alla fine giustificano la semplicità della storia (l'avvicinamento da parte del bambino alla rete del campo di concentramento è quasi onirica, quanto è improbabile), si può cedere in cali di credibilità pericolosamente stucchevoli. Però è l'approccio che conta, è lo sguardo bambino ad un dramma generato dagli adulti ad essere il filo guida del progetto, ce ne rendiamo conto fin dalla frase iniziale, che presenta chiaramente il senso della visione. In fin dei conti ci troviamo di fronte ad un racconto di fantasia (quella più libera dell'infanzia) che precipita in un finale difficile da sostenere, si molla, si cede qualcosa e questo mi colpisce sempre. Magari un po' di rigore in più... Ma il target del prodotto è più che mai rispettato: nella tensione della messinscena, nella bravura degli interpreti e nella già citata semplicità narrativa. Dunque onore agli autori per aver avuto il coraggio di affrontare e 'domare' un soggetto del genere.
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