Regia di Mark Herman vedi scheda film
VOTO : 7.
Un campo di sterminio visto con gli occhi ingenui, e non ancora macchiati dall’odio e dalla disciplina rigida e ferrea imposta dal regime nazista fin dall’età pre adolescente, offre delle prospettive diverse rispetto a tanti film che hanno già affrontato, quasi sempre con successo, un tema come l’olocausto che ancora oggi, e probabilmente per sempre (si spera) non può essere rimosso dalle coscienze di alcuno.
Bruno è un figlio di un importante militare tedesco ed è costretto ad abbandonare i suoi amici, e con loro i suoi giochi abituali, per trasferirsi insieme al padre spostato a capo di un lager dove l’obiettivo è semplicemente quello di eliminare più ebrei nel minor tempo possibile.
Da solo, in una desolata villa di campagna, dovrà inventarsi nuovi giochi per far fronte ad una forzata solitudine, ma entrerà a contatto con un coetaneo ebreo prigioniero del vicino campo di concentramento e vedrà le cose con quella ingenuità e immediatezza che solo i bambini più piccoli, con i loro sogni e il loro spirito candido, possono avere.
Per lui la vita è ancora un semplice gioco, per tutti quelli che gli stanno attorno no e questa amicizia lo metterà in serio pericolo, quando si offrirà di aiutare il nuovo amico nella ricerca del padre scomparso.
La storia è di sicura presa, narrata con un buon piglio che permette di inserire man mano una serie di coordinate (il servo ebreo debilitato, il militare dolce con i bambini e feroce, di fronte a loro, con i prigionieri, il finto film sulla vita nei lager, l’istruttore che non insegna, ma deve solo annebbiare la mente dei giovani e via discorrendo) che riescono a emozionare con semplicità e senza soluzioni astruse o troppo enfatizzate, tranne per quegli ultimi dieci minuti che sono una vera e propria, per quanto a quel punto attesa, pugnalata al cuore.
Una piccola grande storia, sorretta da una confezione cinematografica al più discreta, che illumina con la semplicità delle parole e degli sguardi di un bambino che rappresenta la purezza di fronte all’ipocrisia degli adulti e di un popolo tutto.
Da vedere.
VOTO : 7.
Segue bene l'evoluzione della storia senza forzature, dando la giusta importanza anche ai piccoli fatti sfruttando con buon senso il punto di vista del bambino.
VOTO : 6,5.
Bel ruolo, lui è bravo, per quanto possa esserlo un bambino, nel risultare semplice e ingenuo come era giusto che fosse.
VOTO : 6++.
Uno dei ruoli migliori che gli è capitato tra le mani negli ultimi anni.
Certo non offre tante possibilità, ma almeno riesce a essere solido.
VOTO : 6++.
Abbastanza elegante e ben inserita nel contesto.
VOTO : 6.
Ruolo decisamente indigesto, ma qualcuno lo doveva pur fare.
Sufficiente.
VOTO : 6++.
Ruolo trattato con cura.
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