Regia di Mark Herman vedi scheda film
L'Olocausto visto con gli occhi dei bambini: potrebbe essere questo il sottotitolo de 'Il bambino con il pigiama a righe'!
Il film, diretto con tocco delicato da Mark Herman, ha la particolarità di essere - tra i molti film girati sugli orrori dei campi di concentramento creati per la cosiddetta 'Soluzione finale' ideata da Hitler - tra i pochi che è caratterizzato da una prospettiva 'altra', cioè quella di due bambini di 8 anni, Bruno (Asa Butterfield), figlio di un comandante di un lager, e Shmuel (Jack Scanlon) uno dei tanti minori di etnia ebraica presenti nei campi, e dell'amicizia che ne nasce, che purtroppo porterà a conseguenze nefaste per entrambi.
Buona la sceneggiatura - tratta dal romanzo di John Boyne e scritta per lo schermo dal cineasta stesso - che si concentra in gran parte sul rapporto che, a poco a poco, nasce e si sviluppa tra i due bambini che le circostanze terribili della guerra hanno fatto incontrare e convincente la mano del regista che guida con maestria i due giovani attori e crea un'atmosfera a metà tra la favola e la cruda realtà, che prende il sopravvento nell'agghiacciante, tragico e straziante finale.
Per la sua valenza didattica (nonostante i cervellotici divieti imposti) e la prospettiva 'dal basso', che ribalta i canoni classici della narrazione, spiazzando più volte lo spettatore da un lato e facendo comprendere l'assurdità della situazione dall'altro, la pellicola andrebbe proiettata nelle scuole.
Voto: 8.
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