Regia di Mark Herman vedi scheda film
L'Olocausto visto con uno sguardo a un metro da terra.Stupisce che il colosso Disney accanto a tutta una serie di prodotti adatti alla spensierata atmosfera natalizia distribuisca questo bel film che non ha nulla delle rassicuranti caratteristiche dei prodotti Disney.O meglio ne mutua solo alcuni aspetti formali che denotano la cura con cui è stato allestito il prodotto:così abbiamo una ricostruzione d'epoca che fa della discrezione la sua caratteristica dominante,una fotografia di un certo pregio,una colonna sonora molto presente soprattutto nella prima parte del film.Per il resto siamo molto lontani dll'aria di casa Disney.Si parla di olocausto contro tutti i possibili revisionismi storici e se ne parla con una prospettiva non inedita ma decisamente non consueta e dulcis in fundo in un crescendo di angoscia e tensione non è affatto riconciliatorio o con un lieto fine.E questo lo rende sicuramente un prodotto peculiare in casa Disney anche se sicuramente sarà stritolato dai cinepanettoni a grado zero di intelligenza.La storia di questo film è la storia della famiglia di un ufficiale dell'esercito tedesco che da Berlino viene inviato dirigere un campo di concentramento.La sua famiglia(moglie,Gretel di 12 anni e Bruno di 8 anni) non capisce ma si adegua.Il tutto visto con gli occhi del piccolo Bruno ancora nel mondo ovattato dell'infanzia,quel mondo in cui credi che non ti possa mai succedere nulla di male ma soprattutto quel mondo in cui si guarda tutto con occhi puri e non educati al male che inevitabilmente affligge il mondo.E così il campo di concentramento ha l'aspetto di una fattoria,le ciminiere da cui esce un cattivo odore forse servono solo per bruciare vestiti vecchi,quelli che stanno al campo hanno tutto il giorno addosso inspiegabilmente un pigiama a righe.E inevitabilmente il campo diviene l'oggetto della sua curiosità,si sa che i bambini sono attratti sempre da tutto quello che viene proibito dai genitori,lui che vorrebbe diventare esploratore da grande arriva al filo spinato che fa da recinzione al campo.E qui conosce Schmuel un suo coetaneo ma molto più adulto e più esperto di lui.Ha già visto le brutture del mondo,ormai l'infanzia è quasi solo un ricordo.E sboccia l'amicizia con Bruno che scopre a poco a poco la realtà che lo circonda a cui cerca sempre di dare spiegazioni dal basso della sua ingenuità-E il gioco di cercare il padre di Schmuel gli appare proprio come un bel gioco....Molti confrontano questo film con La vira è bella di Benigni.Sono film che trattano lo stesso argomento ma qui non c'è nulla della verve comica dell'altro,qui Bruno non capirà mai che cosa è quel posto,non avrà tempo di vedere la differenza tra il suo stile di vita e quello del bambino col pigiama a righe.E soprattutto è molto più duro dell'altro.La sceneggiatura di Herman è un miracolo di equilibrio:sfugge le trappole della retorica,non cerca artifici melodrammatici per colpire emotivamente gli spettatori,è uno scoprire a poco a poco da parte di Bruno che il mondo ovattato in cui è vissuto fino ad allora,il suo universo privato è solo una piccolissima,infinitesima parte di un qualcosa di più grande in cui le spiegazioni imbarrazzate degli adulti alle sue domande cominciano a scricchiolare paurosamente.E il crescendo di tensione finale ha il sapore di un crollo delle certezze ideologiche dell'arido padre votato anima e corpo ai dettami hitleriani,senza un briciolo di capacità critica,al contrario della moglie il cui equilibrio psichico implode con l'aumentare della durezza ideologica del marito.E' un film che strazia,che fa riflettere,che è un miracoloso esercizio di sintesi tra forma pregevole e contenuto pregnante.E i due piccoli attori stupiscono per naturalezza in un mondo che non è fatto per i bambini i 8 anni.....
non male
particina
ingiudicabile
una sequenza?Due?
non male
brAvissimo nella parte del piccolo Schmuel
ingessato nella parte del giovane nazista
ricca di sensibilità interpretativa
un concentrato di aridità
bravissimo nella parte del piccolo Bruno
regia eccellente,miracoloso equilibrio tra forma e contenuti
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