Regia di Fred Cavayé vedi scheda film
Un buon thriller con venature noir questo "Pour elle" di Fred Cavayé, un film teso ed intenso che non è passato inosservato a livello internazionale e che a distanza di poco meno di tre anni ha generato un remake americano con nientepopodimenoché Russel Crowe. Forte di un' idea tanto semplice quanto interessante, questa produzione francese prende come protagonista una coppia apparentemente come tante altre e la sconvolge immediatamente con l'arrresto di lei per omicidio. Un fulmine a ciel sereno che sconvolge l'esistenza di lui, un pacato insegnante che, senza la propria metà, non riesce più a tirare avanti. Dunque, che fare se la giustizia pare impotente e tutti ti hanno voltato le spalle? Semplice, inizi a studiare un piano per far evadere tua moglie e scappare all'estero con tanto di figlio piccolo al seguito. Asciutto ed immediato nella narrazione, il lungometraggio d'esordio di Cavayé crea situazioni e delinea personaggi con poche sequenze (l'amore fra i coniugi, i dissapori con il padre, l'indottrinamento dell'ex-galeotto) lasciando così lo spazio all'inesorabile montare della disperazione che porterà il classico uomo qualunque a compiere un gesto estremo. Strepitoso Vincent Lindon, protagonista assoluto al quale la parte sembra letteralmente cucita addosso. Appropriata la scelta di Diane Kruger per l'amata incarcerata e gustosissimi i camei "polar" di Marchal, Moussa Maaskri ed Ivan Franek. Discrete le trovate per la fuga finale con menzione particolare per quella del car sharing. Un buon film in definitiva eppure quel finale dal sapore accomodante non mi è sembrato all'altezza di tutto il resto. Probabilmente perché ho pensato, forse desiderato, che lei fosse colpevole e si dichiarasse tale ad evasione ultimata in quello che sarebbe stato uno spiazzante colpo di scena. Almeno per me.
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