Regia di Fred Cavayé vedi scheda film
Un uragano si abbatte senza preavviso su una tranquilla famiglia borghese: la giovane moglie e madre viene accusata di omicidio, e le prove a suo carico sono schiaccianti. Il film racconta la storia di un’ossessione, quella del marito che vuole recuperare a tutti i costi la normalità perduta; antefatto ed epilogo vengono sbrigati in pochi minuti, il resto è occupato dalla descrizione di come un onesto professore di letteratura decida con fredda determinazione di diventare un criminale: si estranea da tutto e tutti (genitori, amici, lavoro), si nega la possibilità di un nuovo amore (ignorando i timidi approcci di una signora separata) e si concentra anima e corpo sul raggiungimento del suo obiettivo. Nemmeno lo sfiora il dubbio che la moglie possa essere colpevole (un breve flashback ci spiega come sono andate le cose, ma possiamo fidarci delle immagini?), né che il suo comportamento stia facendo del male al figlioletto, che sembra nutrire un sordo rancore nei confronti della madre. Non sono sicuro che organizzare un’evasione sia così semplice come viene mostrato (e fra l’altro Lindon commette vari errori: usare la propria auto per la scorribanda notturna a caccia di denaro, buttare sacchi di appunti nel bidone della spazzatura sotto casa), ma non importa: tutto il film è percorso da una tensione che lascia senza fiato.
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