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Anything for Her

Regia di Fred Cavayé vedi scheda film

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AlexPortman80

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La recensione su Anything for Her

di AlexPortman80
8 stelle

Voto: 8/10. Fino a dove sareste disposti ad arrivare per la donna che amate? Questo è il quesito a cui cerca di dare una risposta “Pour elle” (Per lei), opera prima del francese Fred Cavayè. Inedito in Italia, di questo film potrebbe essere presto realizzato un remake americano. La scelta del titolo, romantico e sentimentale, da una parte descrive in modo appropriato il film ma dall’altra ne tradisce la natura principale, visto che si tratta essenzialmente di un mix d’azione e noir. E’ la storia di una coppia con un bambino sconvolta dall’arresto della moglie accusata di omicidio. I due protagonisti sono Vincent Lindon e Diane Kruger, una coppia di attori inedita anche nel panorama francese ma molto “glamour” che nella pellicola risulta veramente affiatata, sia nei momenti di amore e passione (molto seducente, tenera ed intensa la prima scena insieme, nell’ascensore) che nel dramma e nella sofferenza. Personaggi ben tratteggiati che conferiscono un ulteriore punto di forza ad un’opera che mischia sapientemente thriller intimista e dramma giudiziario. Un riuscitissimo divertissement per lo spettatore che al termine rimane scosso ed emozionato.

Sulla trama

In una Parigi notturna Julien, ferito e sconvolto, è alla guida di un’auto con qualcuno, di cui non viene mostrato il volto, sul sedile posteriore. Si torna così indietro nel tempo, ad un giorno qualunque nella tranquilla vita di coppia dello stesso Julien, sposato con Lisa, rispettivamente professore e traduttrice, e del loro bambino, Oscar, di appena un anno. Una mattina come tante la polizia irrompe nel loro appartamento e arresta la donna, accusata dell’omicidio della sua superiore. Nonostante si proclami innocente, Lisa viene portata in carcere. Julien, convinto della sua estraneità ai fatti, decide di far tutto il possibile per farla evadere…

Sulla colonna sonora

Altro punto di forza è la colonna sonora di Klaus Badelt: alcuni passaggi ritmati sono molto forti e rendono ancora più dinamica l’azione.

Su Fred Cavayé

Molto convincente la prima esperienza da regista di Fred Cavayé, che ha realizzato un buon lavoro in cui è evidente il contributo altrettanto riuscito di tutte le altre figure professionali. Il piglio con cui ha diretto è deciso, mantenendo lungo tutto il film equilibrio e coerenza fra i tre principali elementi che ha amalgamato, cioè azione, suspence ed emozione. Il film è diviso in tre segmenti, in parte in flashback, corrispondenti a tre intervalli temporali ben definiti in cui si svolgono le avventure di Julien e Lisa, della durata complessiva di tre anni.
Da sottolineare anche la buona fotografia. L’ambientazione scelta è Parigi, ma non ne è mostrato il volto più conosciuto, più turistico: potrebbe trattarsi della banlieu di un qualsiasi centro. Sono stati preferiti quartieri periferici, palazzi e grattacieli molto squadrati e monocromi, in netto contrasto con i primi minuti del film e con le sequenze girate in ospedale, caratterizzati da colori vivaci e chiari, in particolare il bianco. Contrasto che evidenzia ancora di più il cambio di registro coincidente, per Julien, con l’inizio di lungo corridoio oscuro, di un limbo: uno stato opprimente ben rappresentato anche dalla “non-vista” che si ha dal suo appartamento, impedita da un “muro” di palazzi molto vicini l’un l’altro che però, come in un alveare, mostra qua e là, mediante le varie stanze illuminate, quella esistenza normale che a lui è stata sottratta.

Su Diane Kruger

L’attrice, francese d’adozione ma tedesca di nascita, si cala nei panni di una donna di forte personalità, sicura di sé, ma anche molto fragile quando le viene tolto tutto ciò che ama. Forse il primo ruolo da madre per la Kruger, reso con incredibile efficacia e passione, a cui si aggiunge il bel rapporto con il piccolo attore che interpreta Oscar. Un’attrice la cui maturità artistica è sempre più completa, dopo due ruoli fortissimi come la modella in crisi depressiva nell’indipendentissimo “Frankie” (nel quale, come in “Pour elle”, Diane non si fa problemi a nascondere la propria sfolgorante bellezza per apparire in versione naturale e trascurata) e la recente Bridget Von Hammersmark nel tarantiniano “Bastardi senza gloria”. Brava brava brava!

Su Vincent Lindon

L’uomo che ciascuna donna vorrebbe avere al suo fianco, ostinato, testardo, pronto a tutto per difenderla, capace di oltrepassare i limiti che lui stesso ha sempre avuto fino a scoprire quale lato oscuro ciascuno di noi può avere, e al quale non si è necessariamente preparati, se sottoposto a determinate prove. Vincent Lindon, attore dall’esperienza lunga 5 lustri (ha recitato pure nell'attuale “Welcome”), conferisce a Julien grande vigore ed incisività, già solo con il proprio sguardo vissuto: un’interpretazione solidissima per un personaggio verso il quale si prova una forte empatia.

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