Regia di Mira Nair vedi scheda film
Potenzialmente lodevole ed interessante l' idea di un biopic su Amelia Earhart, celebre ed indimenticata eroina americana d' inizio secolo tragicamente scomparsa nel tentativo di diventare la prima donna a compiere il giro del mondo a bordo del proprio aereo. Considerando che questa giovane donna fu un vero e proprio simbolo d' emancipazione femminile e che la sua vita fu eccezionalmente movimentata e costellata di successi dentro e fuori dalla cabina di pilotaggio, il ripercorrerne le fasi salienti della carriera senza trascurare gli aspetti di una vita sentimentale tutt'altro che banale, almeno sulla carta, avrebbe dovuto produrre materiale cinematografico a sufficienza per una più che dignitosa pellicola d' intrattenimento. Beh, purtroppo, così non è stato. "Amelia", della tutt'altro che eccelsa regista indiana Mira Nair, è un film fiacco e noioso che si trascina senza mordente fra sequenze di volo statiche ed inutili e tutta una serie di schermaglie amorose fra personaggi poco credibili annientati da una sceneggiatura attenta soltanto a romanzare le gesta della protagonista e ad indorare la pillola allo spettatore in qualsiasi situazione e contesto. Velleità d'autrice ambivano probabilmente a fornirci nel contempo uno spaccato di storia americana ma la superficialità d' approccio ed un' inusuale povertà di messa in scena non fanno altro che far franare il prodotto al livello delle peggiori fiction televisive. Poche idee, poco polso nella direzione e, cosa ancor più grave, poco carisma in un cast all-star che annovera caratterizzazioni del tutto ordinarie (Hilary Swank e Christopher Eccleston), enormi sprechi di cachet (Ewan McGregor, il suo Gene Vidal rimane impresso solo per il fatto di essere il padre di Gore), ectoplasmi di razza (Virginia Madsen, proprio non ricordo di averla nemmeno intravista) ed il tipico ruolo involontariamente ridicolo che può rovinarti la carriera (ma per Richard Gere non è altro che la regola). Un brutto film, certamente non all' altezza dei personaggi e degli argomenti trattati. Per assistere ad una favoletta senza arte nè parte, allora tanto vale vedere direttamente l' Amelia Earhart di Amy Adams in "Una notte al museo 2" (uscito per altro sempre nel 2009). Sempre indegna ma più carina e meno pretenziosa.
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