Regia di Robert B. Weide vedi scheda film
Ebbene sì, lo confesso, ho un debole per Simon Pegg. Ogni volta che ho il piacere di vederlo in qualche film, c'è sempre almeno una battuta o una situazione che mi fa ridere di gusto e di questi tempi non si può certo dira sia un' impresa da poco. Nella fattispecie, questo "Star system - Se non ci sei, non esisti", risulta assai piacevole proprio perchè ha l' enorme pregio di ruotare interamente attorno a questo bizzarro protagonista dalla lingua tagliente, un attore dalla presenza fisica tutt'altro che hollywoodiana ma dotato di tempi comici fulminanti e di una verve di quelle che non possono passare inosservate. Non è certo un caso se tal J.J. Abrams l'abbia voluto recentemente per il ruolo di Scotty nel reboot di Star trek e non è un caso se qui sia stato scelto per dar vita al giornalista Sidney Young, inglese cinico, spudorato e pasticcione in trasferta americana negli States al soldo di una blasonata rivista di Gossip cinematografico (nel film si dice Sharp ma si legge Variety). Un' altra commedia dal gusto cinephile dopo "La notte dei morti dementi" ed "Hot Fuzz" anche se i toni da parodia lasciano qui il campo ad un taglio più critico ed ironico. E', infatti, ispirandosi a fatti e persone reali che il documentarista Weide dirige onestamente un film sulla superficialità e l' ipocrisia dello show-biz visto attraverso gli occhi di un reporter sui generis, idealista e dissacratore. La sua goffissima ed esilarante incursione nel mondo dell' editoria americana e nell' ambiente dello spettacolo contiene deliziosi momenti politicamente scorretti ed annovera diverse battute che centrano il bersaglio (geniale la teoria con cui si afferma che Con Air sia il miglior film di tutti i tempi). Un buon copione quindi ma anche un grande cast che annovera, oltre al già citato Pegg, un' adorabile Kirsten Dunst, un perfettamente viscido Danny Huston, un malinconico Jeff Bridges, che solo a farlo fumare si rimane ipnotizzati ed una Megan Fox pre-chirurgia estetica (ma perchè mai mi chiedo io ??) che regala un paio di sequenze da vero sex-symbol. Sarebbe tutto al posto giusto se non fosse per quel quarto d'ora finale così poco all' altezza delle premesse. A volte basta poco : un eccesso di grotesque e l' implacabile svolta romantica fanno franare grossolanamente un impianto decisamente promettente. Colonna sonora funzionale che alterna frammenti delle musiche presenti ne "La dolce vita" di Fellini a pezzi rock di Ramones, Kinks, Killers e Motorhead : "aspetta cara, metto qualcosa di più romantico" e parte ace of spades. Humor facile magari ma dannatamente efficace.
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