Regia di Robert B. Weide vedi scheda film
Un salto politicamente scorretto nel mondo dello star system, e una volta tanto il titolo italiano si è avvicinato meglio dell'originale al film. Tratto dalla autobiografia di Toby Young, certo il raffronto con Il Diavolo Veste Prada è inevitabile, ma la distanza è vasta e non a caso il primo è stato meglio distribuito perché molto all'acqua di rose, escluso l'interpretazione della Streep. Qui si nuota e si spazia anche nel mondo pseudo reale dello spettacolo, attraverso lo sguardo informale del protagonista e non caso qualche personaggio vine anche alla mente facilmente, grazi anche ad un ottima sceneggiatura di Peter Straugham, che colpisce bene e con ironia corrosiva. L'amore per il cinema è dimostrato a mani piene; Poster de Il Disprezzo di Godard e le citazioni e le scene de La Dolce Vita, ed ironica al massimo livello l'immersione dell'attricetta nella piscina anziché nella fontana di Trevi. Diverte poi che un inglese sia la nota stonata nella società americana, di solito l'incontrario; inizio fulminante e fuori dai ranghi con il suino al guinzaglio. Si ride di gusto della rappresentazione di un mondo di plastica e da non perdersi il trailer di Teresa di Calcutta prima di diventare Santa interpretato da Megan Fox.
Una trama esilerante anche se il finale è ptrevedibile, riscattato solo dalla poesia filmica de La Dolce Vita
Ottima regia scoppiettante
Assolutamente irrinunciabile
Incrocio fra la Jolie e la Muti, anche da come si muove
Impareggiabile nel ruolo del direttore
Ottima come sempre
L'antipatica press agent
L'antipatico vicedirettore
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta