Regia di Robert B. Weide vedi scheda film
Il titolo originale era troppo più bello ed ironico di quello italiano, "Come perdere amici ed alienarsi la gente". L'esperienza del gaglioffo britannico Simon Pegg come provocatore su una piccola rivista che viene reclutato da un grande magazine patinato (alla Vanity Fair per capirsi) e messo alla prova da un direttore che anni prima era come lui, ma si è imborghesito e, pur rimanendo personaggio, sa bene di dover attenersi a meccanismi e regole ben precisi e definiti. Per la prima metà le disavventure del protagonista, sospeso tra l'innamoramento per la collega graziosa e inizialmente ostile Kirsten Dunst e la cantonata per l'attrice splendida e felina Megan Fox sembrano la versione migliore de "Il diavolo veste Prada", e un'irridente commedia su un mondo fatuo ma anche governato da status plumbei:va peggio quando nella seconda parte il copione vira verso una prevedibile presa di coscienza del personaggio principale che in un certo senso richiama, ma vedi il caso, pure l'Alberto Sordi di "Una vita difficile", e si giunge ad una conclusione che premia i buoni sentimenti,nonostante tutto. Pegg è un commediante di un certo talento, se impara a limitare le smorfie potrebbe essere un nome su cui puntare,e se Kirsten Dunst si conferma un mix di simpatia e graziosità notevole, è Jeff Bridges il migliore in campo,basti citare la brevissima risata che si concede quando il suo "erede" si ribella,salvo rapidamente recuperare l'aria tra lo scocciato e il critico che adopera come maschera impermeabile al tintinnante agitarsi di lussuosa pochezza dentro al quale vive.
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