La recensione su Natale a Rio

di supadany

4 stelle

VOTO : 5,5.

Ciclicamente, circa uno su quattro, guardo (a casa, al cinema mai piuttosto l’ammutinamento) un cinepanettone delaurentisniano, giusto per farmi un’idea di dove stia andando la deriva cinematografica italiana più commerciale.

Questo mi risulta sia il maggior incasso di sempre per Parenti e devo dire che ci ho visto qualcosa di migliore dei precedenti.

Un maggior impegno nella ricerca di gag che si traduce in qualche situazione, sempre lieve, ma che fa abbastanza ridere pur riprendendo cose e situazioni tutt’altro che nuove.

Purtroppo i limiti non vengono nemmeno qui cancellati.

Ad alcune scenette, semplici ma abbastanza comiche, seguono altre che fanno cascare letteralmente le braccia, per non dire di peggio, per terra (qui per esempio quella del gatto è assolutamente abominevole sia perché non fa ridere, sia per l’amatorialità con cui è esposta), senza dimenticare forzature decisamente eccessive della trama (ma già la parola trama poco c’azzecca).

Così tra medi e bassi si arranca man mano fino ad arrivare alla classica conclusione, dove tutto viene sommariamente immortalato.

Insomma, bocciato per l’ennesima volta, ma non clamorosamente come in altre circostanze.

Senza fare troppo i narcisisti, e non ne vale nemmeno troppo la pena considerando quello che si sta opinando (concetto che vale per tutti i film che come obiettivo hanno solo far ridere), qualche risata, grossolana, scappa (ma anche un comico di un certo livello come De Luigi aiuta).

Personalmente non è abbastanza per le tre stelle, ma c’è decisamente di peggio in giro (i cinecocomeri di Vanzina, per fortuna già ripudiati dopo due giri, o i “Disaster movie” o “Hot movie” americani).