Regia di Catherine Hardwicke vedi scheda film
Il fenomeno cinematografico dell’anno, “Twilight”, non delude gli spettatori. Il film, trasposizione dell’omonima fatica letteraria di Stephenie Meyer, forte anche di un battage pubblicitario non indifferente, si è imposto come nuovo fenomeno del momento. La storia narra dell’amore impossibile tra Bella, una spaurita ragazza che va a vivere col padre, ed un vampiro (in un territorio perennemente in guerra, come classicamente accade, tra licantropi e succhiasangue) è molto intenso e con le atmosfere giuste. Regia e attori sono all’altezza, con la location (la truce provincia americana), le vicende misteriose e la colonna sonora (i Muse ma anche Debussy!) a fare da completamento.
“Twilight” deve parte della sua fama ad Harry Potter, con cui instaura giocoforza un parallelismo dal punto di vista fenomenologico. La genesi mediatica che ha portato agli onori i maghi di Hogwarths, e che ha creato un precedente, quasi una moda dei nostri tempi, è partita da un romanzo, fantasy, a puntate, sfociato in un film. Buona parte degli spettatori, in questa fattispecie, erano lettori ed appassionati dell’occhialuto maghetto, che decidevano di andarlo ad ammirare sul grande schermo. Da questo punto di vista, “Twilight” cavalca l’onda più che contribuire ad incresparla: per la prima volta è il film ad aiutare l’autore del romanzo a vendere più copie piuttosto che il processo inverso (processo per l'appunto riscontrato con “Harry Potter”).
L’ultima scena di “Twilight” rappresenta un chiaro, smaccato, invito a seguire le prossime puntate della saga: da questo punto di vista, il film è ancora una volta fenomenologicamente innovativo: per la prima volta lo spettatore anziché venire sorpreso dal “cliffhanger” del finale, clamorosamente se lo aspetta: tutto ciò è frutto della consapevolezza aprioristica d’essere andato a vedere solo il primo atto di una storia a puntate.
Concludendo, occorre sottolineare che esistono 3 modi per conoscere le vicende di Bella ed Edward: la prima è leggersi il libro (scelta classica), la seconda è guardarsi il film (scelta di moda), la terza è guardarsi l’assurdo trailer (un Bignami in pratica) e chiedermi via mail le uniche 2 scene fondamentali, tutte nel finale, che il trailer non riporta (scelta economica).
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