Regia di Tarsem Singh vedi scheda film
Ricoverato in un ospedale della California in conseguenza di un incidente di lavoro e reso depresso dall'abbandono della compagna, lo stuntman Roy Walker ottiene la fiducia di Alessandria, una bambina originaria della Romania, anch'ella ricoverata per la rottura di un braccio mentre raccoglieva frutta. Inventa e le racconta una storia fantastica, i personaggi della quale vivono pericolose avventure pur di portare a termine una vendetta; in cambio, le chiede di procurargli, in vari modi, morfina, con lo scopo di suicidarsi. Il progetto di Roy non ha successo, ed Alessandria reclama la fine del racconto. Particolarissima opera del regista indiano Tarsem Singh, tratta diverse tematiche intrecciando alla narrazione degli eventi che si verificano nell'ospedale, l'evoluzione della storia inventata da Roy; di questo elemento, l'occhio dello spettatore vede quanto la fervida fantasia di Alessandria, su stimolo delle parole dell'amico, ricostruisce. Eventi, personaggi, rapporti e dinamiche che li legano, sono chiaramente ispirati a volti e fatti che l'intelligente bambina conosce durante la permanenza nel nosocomio. Le fantasie generate dalle parole di Roy generano, nella loro messa in scena, un intenso senso del meraviglioso. Alcuni personaggi, originari di diverse località del mondo e dotati ognuno di una peculiare capacità, uniscono le forze contro Odius, un governatore spagnolo uso all'ingiustizia ed alla crudeltà, reo di atti lesivi nei loro confronti. Muovendosi in un mondo fermo ad un'epoca storica vagamente riconducibile al XIX Secolo, in suggestivi luoghi reali, trasfigurati con l'aiuto delle moderne tecnologie digitali, i personaggi - cui, ad un certo punto, si unisce anche Alessandria - si sacrificano uno dietro l'altro per la riuscita dell'impresa. Che è lì lì per fallire; il tragico epilogo cui la storia si avvia è lo specchio del fallimento del narratore. Ma la disperata voglia di vita di Alessandria, espressa con lancinante determinazione, riesce a scuoterlo dal torpore dell'animo. Lo spirito di Roy "rimbalza" sul fondo e riprende quota. Egli, così come il protagonista della sua storia, si libera del passato e riprende in mano la propria vita. E' a non arrendersi, a non lasciarsi andare, l'appello accorato che il regista rivolge agli spettatori del suo film. E lo lancia, rendendo incidentalmente omaggio ad un ruolo che nel mondo del cinema passa il più delle volte in secondo piano, quello dello stuntman. Difficilmente, nonostante i pericoli che corre, il loro nome sarà noto al grande pubblico; eppure è grazie agli stuntman che lo spettacolo ... è tale. Nell'incisiva sequenza finale, Alessandria vede il suo Roy in ogni stuntman; benchè si tratti di persone sempre diverse, il coraggio, la tecnica, i rischi sono i medesimi. Tra gli attori, quella che ho apprezzato di più è la giovanissima Catinca Untaru, nei panni di Alessandria. L'attore statunitense Lee Pace ha il doppio ruolo di Roy / Il Bandito Mascherato. Nonostante il ritmo del film sia lento, non ci si annoia. Tarsem Singh, dalla lunga esperienza in realizzazioni di videoclip e pubblicità, utilizza le proprie capacità per inventare un mondo fantastico, indefinito, tramite immagini ricche di luce e di colori; i costumi sono molto belli ed altrettanto è la colonna sonora. L'atmosfera favolistica non sottrae, tuttavia, nulla alla drammaticità dell'opera. Nella realtà, benchè l'ambiente dell'ospedale paia relativamente sereno, l'affannosa ricerca di Roy per la morfina dà impressione di tragedia imminente; nella parallela vicenda di fantasia, la morte è sempre in agguato. L'epilogo, tuttavia, "conforta" lo spettatore, lasciando impresso un messaggio di speranza. Ritengo di poter valutare l'opera molto positivamente. L'idea di offrire al pubblico un mondo immaginario, creato nella mente di una bambina, influenzata dalla realtà circostante ed ispirata da un racconto, è originale e non di facile sviluppo, ma il regista riesce, e ne fa uso per trasmettere concetti positivi ed universalmente accettabili.
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