Regia di Madonna vedi scheda film
Ma veramente Madonna è capace di contendersi il primato del sacro e del profano? Non è piuttosto furbizia quella su cui ha costruito, sin dal suo esordio, negli anni Ottanta, la sua figura pop, da intendersi alla maniera di popolare, bugiardo, falso, in una parola: furbo? Questo suo brutto esordio nella regia è l’ennesima dimostrazione. Ci aveva provato come attrice, non contenta ha voluto spingersi fino all’esasperazione. E a far esasperare gli spettatori ci riesce benissimo anche questa volta, nonostante la breve (per fortuna!) durata del film: ottanta minuti, che comunque sembrano interminabili.
Ma il sacro e il profano del titolo del film evidentemente consistono nella cattiva traduzione del sottotitolo “Filth and Wisdom”, in “sporcizia e saggezza”. Le stesse che toccano le tre vite di ragazzi costretti a sporcarsi, appunto, per sopravvivere. Fra i tre personaggi, senza dubbio, il più riuscito, nonché protagonista, è il bravissimo attore, un po’ meno come cantante, dei Gogol Bordello, già apprezzato in Ogni cosa è illuminata, che in pratica interpreta se stesso. Accanto a lui due donne: una ballerina classica, improvvisatasi spogliarellista per sbarcare il lunario, e la farmacista che sogna di partire per l’Africa. Ma queste ultime due, rispetto al personaggio principale, sembrano solo bozzetti nel dipinto a cui si accinge la signora Ciccone, pur avendo tutti e tre i personaggi molto dei suoi tanti caratteri, di volta in volta congegnati per le bocche e gli occhi della massa (il pop): la danza agli esordi della sua carriera, la canzone “Erotica”, accostata al momento dello striptease, fino alla musica (?) dell’amica Britney Spears, quella di “Baby one more time”. Inoltre, é assolutamente evidente, per tutta la durata del film, l’influenza nei confronti della pop singer, dall’ex marito, Guy Ritchie, sia nella narrazione che nelle tecniche di ripresa.
Se è vero quello che si dice nel film: che “Il genere umano è suddiviso in due tipi di persone: quelle che cercano di essere buone e quelle che cercano di essere cattive”, è vero anche che per essere buoni non necessariamente bisogna fare del cinema. E’ il consiglio utile per la cantante: ad ognuno il suo. Di mestiere.
Giancarlo Visitilli
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