Regia di Jean-François Richet vedi scheda film
Apologia di fascismo, per me. Il Mesrine di Richet (e di Cassel) è feroce, razzista, maschilista, egocentrico, fanatico, cinico e ingrato verso coloro che gli vogliono bene. Regista e sceneggiatori assecondano questa sua disumanità, questa sua barbarie, questa sua violazione del corpo e dell'animo altrui con un finto rigore estetico che in realtà sa tanto di compiacimento. E' un film privo di dialettica, di personaggi forti oltre a Mesrine. La sceneggiatura è piatta e didascalica (insistendo in maniera stucchevole sul parallelo fra il Mesrine assassino e il Mesrine "dolce" padre di famiglia). Enfatico, ritualistico, danneggiato ulteriormente da un soundtrack hollywoodiano. Pessimo in particolare il telefonato preambolo sarcastico all'esecuzione del gangster arabo, sotterrato vivo. Film destrorso, nella più abietta e irresponsabile delle accezioni: bandisce dal copione ogni possibile spunto per un contraddittorio, l'esatto contrario di quanto è in grado di fare l'immenso Clint Eastwood, conservatore critico capace di mettere sul piatto anche le ragioni dei suoi nemici e di pervenire ad una crescita MORALE grazie proprio al confronto con l'altro. Impalpabile poi il quadro storico-sociale-politico. Non basta l'eccellente Cassel a tenere in piedi la baracca. Non so se avrò voglia di guardare la seconda parte, a meno che non mi dite che è del tutto diversa... (ragazzi, è una delle rare volte che un vostro consiglio mi ha portato a buttare via due ore di tempo...succede, dai... ;-D)
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