Regia di Jean-François Richet vedi scheda film
Questa prima parte del dittico su Jacques Mesrine è indubbiamente uno dei più bei film della scorsa stagione: i meriti maggiori sono da attribuire equamente al regista, Jean-Francois Richet - il cui virtuosismo è mai fine a se stesso - e ad un immenso Vincent Cassel, che riesce nel compito di portare sullo schermo un personaggio così 'bigger than life', evitando di andare sopra le righe. Tra le tante sequenze girate magistralmente, vale la pena ricordare lo split-screen iniziale, dove vediamo il criminale e la sua compagna muoversi con fare circospetto per le strade di Parigi: questa scena acquisterà ancora più valore quando il regista la riprenderà nella parte finale de 'L'ora della fuga' ma da un'altra prospettiva, che servirà per comprendere il reale susseguirsi dei fatti. Scena non solo apprezzabile dal punto di vista filmico ma anche filologico. Un'altra scena merita di essere ricordata: il tentativo andato a vuoto fatto da Mesrine di liberare altri condannati dalla prigione in Canada dalla quale era da poco evaso con un compagno; talmente folle da sembrare a prima vista una licenza poetica dello sceneggiatore ma, in realtà, anch'essa realmente accaduta. Un altro merito della pellicola è di ritrarre il gangster per quello che era, cioè un rapinatore ed un assassino, senza fare di lui un ribelle o un antieroe. Oltre al gigantesco protagonista, tra gli altri brillano Gerard Depardieu nel ruolo del suo protettore agli inizi di 'carriera', Roy Dupuis nella parte del compagno di fughe e delitti in Canada e la bella Cecile De France, nel ruolo di Jeanne Schneider. Voto: 9.
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