Regia di Jean-François Richet vedi scheda film
La prima parte della storia di Jacques Mesrine vera e propria incarnazione mefistofelica di nemico pubblico.Nel flm di Richet non c'è nessun afflato romantico o umana comprensione nel descrivere la figura di questo gangster che ha mosso i primi passi negli anni 60.Sembra partire tutto da un rigurgito di coscienza(il non voler ammazzare una donna durante l'occupazione francese in Algeria) ma a dir la verità non so se in un uomo simile è possibile parlare di coscienza.Brillante,di intelletto pronto,assai permaloso(da vedere il primo incontro scontro con Depardieu) e con la pistola sempre pronta all'uso.Da topo d'appartamento rapidamente scala la piramide sociale del crimine e divene un criminale a tutto tondo capace di fare tutto,di picchiare e uccidere.Senza rispondere a particolari principi.Depardieu qui in una parte da laido ciccione sfregiato dagli stravizi di una vita ,gli dice che nel crimine ognuno ha i suoi principi etici.Ebbene Jacques Mesrine di questi principi etici non sa che farsene.Uccide uno sfruttatore arabo perchè ha masscrato di botte una prostituta a cui era affezionato e da lì un escalation di violenza senza fine in due continenti.Ha anche una moglie spagnola con cui ha il tempo di fare tre figli ma anche lei non regge un uomo che a lei preferirà sempre i suoi amici(parole di Jacques) e che arriva a metterle la fredda canna di una pistola in bocca in una delle numerose scene di violenza inusitata del film.Poi ci si trasferisce in Canada,si cerca di fare un lavoro onesto con la sua nuova fiamma Jeanne ma presto si riconvertirà all'azione criminale.Richet come ho detto prima non fa l'agiografia di un personaggio impossibile da difendere come Jacques Mesrine:si pone alla giusta distanza registrando con stile cronachistico tutte le sue abominevoli gesta.Pochi i gesti d'affetto:all'inizio del rapporto con la moglie e con i figli e una telefonata a Jeanne in cui la implora di seguirlo e lei invece rifiuta perchè sta finendo di scontare la pena.Per il resto il personaggio è di quelli senza compromessi senza tanti sconvolgimenti psicanalitici(la sua è una famiglia all'apparenza solida e che non gli ha fatto mancare nulla,lui però è adirato col padre sia perchè ha lavorato con i tedeschi durante la guerra sia perchè ha lasciato le redini del comando alla madre)ma solo con un sano intento di avere a disposizione tanti soldi per fare la bella vita e perderli a poker con i suoi amici.E'una figura di gangster mutuato a quelle degli anni 30 ma con un delirio di onnipotenza assolutamente fuori dal tempo.E ditemi se non è delirio d'onnipotenza cercare di assaltare la prigione canadese in cui è stato rinchiuso insieme al suo amico armato fino ai denti.Per quanto scalcinata la prigione(Mesrine e il suo amico fuggono veramente in modo troppo facile),il tentativo fallisce e loro sono feriti.Il film è letterlamente fagocitato dall'enorme,mostruosa presenza di Vincent Cassel,attore che sembra fatto su misura per il noir,con la sua faccia spigolosa i suoi occhi piccoli e distanti,la sua mascella volitiva e il suo sguardo selvaggio,un attore che credo non sarebbe dispiaiciuto a sua maestà Melville per uno di suoi film.Cassell domina il film e fa vedere ancora una volta la sua grandezza in un film di genere solido con una regia piuttosto ridondante ma assolutamente denso,un succedersi continuo di avvenimenti.>Tenendo conto che è stato fatto un altro film che racconta il seguito,di cose a Jacques Mesrine ne sono capitate....Difficile parlando di genere inquadrare con precisione quello a cui ascrivere questo film:thriller,action,noir ,polar?Sinceramente non mi interessano tante categorie di pensiero.Per come la vedo io è un noir di impianto classico,anni 60 diciamo ma che parla un linguaggio modernissimo fatto di sequenze girate in maniera vertiginosa,di split screen alla maniera di De Palma e di tante altre cose che lasciano intuire la bravura di Richet.Diciamo che l'ambientazione anni 60 è solo uno sfondo per un personaggio assolutamnte moderno,contemporaneo,del XXI secolo insomma.Dal punto di vista registico il meglio sta all'inizio sui titoli di testa:una sequenza lunga, complessa,frammentata con la tecnica dello split screen e che realmente toglie il fiato.Altra perla del film è la parte carceraria in Canada:di nichilismo accecante la parte con Jacques in cella d'isolamento senza vestiti ,al buio e lavato saltuariamente con getti d'acqua violentissimi...forse l'unico momento in cui riesci a provare un po'di umana comprensione per il personaggio....sono già in attesa spasmodica della seconda parte....
particina
ok
non male
la moglie spagnola,molto molto carina
ottimo
bella facci da cinema
laido e ciccione,un altro personaggio da ricordare
brava inun ruolo per lei inusitato
si divora tutto il film in un sol boccone.Enorme
regia valida anche con qualche ridondanza di troppo ma si sbanda per eccesso di materiale narrativo
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta