Regia di Mirko Locatelli vedi scheda film
I bulli sono come i pupi, qualcuno o qualcosa li manovra sempre. Che siano capetti o kapò, la paura del diverso o del mondo esterno, la rabbia che colpisce molti adolescenti, attivamente o passivamente, ha radici profonde e spesso indecifrabili. Mirko Locatelli cerca di tenere la giusta distanza da un tema ormai abusato, lo fa senza risposte pronte, lo si capisce fin da quei visi disorientati, acerbi e incattiviti dei suoi ragazzi, dall’emarginato Mattia De Gasperis, viso sempre corrucciato e voce compressa, ai carnefici-vittime Alberto Gerundo e Andrea Semeghini, tanto bastardi quanto fragili. Uniti, tutti e tre, da un’omofobia strisciante e da quella linea d’ombra dell’età di mezzo fatta di crudeltà e scelte quasi sempre sbagliate. E se questo protagonista così ispido, dolcemente protettivo verso la sorella (Michela Cova, irresistibile come il suo giradischi portatile, tocco vintage struggente per chi ha almeno 30 anni) e perseguitato dai compagni di scuola e di piscina, cerca e forse trova la sua vendetta, è difficilissimo giudicarlo. E si perdonano così alcune imperfezioni a Locatelli, perché con stile onesto e secco sa raccontare una piaga (e una piega) della società di cui tutti parlano e pochi sanno.
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