Regia di Dario Argento vedi scheda film
Notevole sforzo di memoria per richiamare alla mente immagini e sensazioni riferite a un film vecchio di due anni, finora non distribuito in sala, già disponibile altrove in altro formato, trattato come un qualsiasi straight to video dell’ultimo registucolo off Hollywood. Sic transit gloria mundi, perché a firmare Giallo/Argento è l’ex maestro del thriller/horror europeo, o proprio del “giallo”, genere forte declinato all’italiana fin dai tempi di Mario Bava, e da Dario Argento codificato con i suoi (lontani) capolavori. In attesa di vedere la sua versione di Dracula, già sulla carta progetto rischiosissimo, addirittura annunciato in 3D, contempliamo le macerie di un immaginario che brillò d’originalità assoluta. Non resta nulla dell’antica potenza, se non rarissimi squarci, singoli dettagli di visionarietà malata, l’eco distante del connubio perverso tra musica e azione, delitto e poesia. Fa ancora più male intuire tra le frattaglie gli scampoli di un’antica grandezza, perduta da anni. La trama, in due parole. A Torino, il poliziotto Adrien Brody aiuta Emmanuelle Seigner a cercare la sorella scomparsa. Un serial killer sequestra e sevizia fanciulle, spinto da un trauma infantile. Il trucco improbabile del mostro rende difficile prendere sul serio la storia, lo stile è volutamente più classico di un tempo, e questo non è un male, ma gli stilemi argentiani sono ormai pura maniera.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta