Regia di Dario Argento vedi scheda film
Le traversie distributive di 'Giallo', nonché la causa intentata dal protagonista Adrien Brody alla produzione, conclusasi con il risarcimento a quest'ultimo di 2 milioni di dollari, oltre ai 640.000 dell'ingaggio, costituiscono vicende ben più interessanti della trama del film stesso, che si riduce all'ennesima riproposizione di stanchi elementi come il serial killer traumatizzato in età infantile e l'ambientazione torinese, tentata ancora una volta per rinnovare i fasti del cult 'Profondo rosso'.
In 'Giallo' tutto è rimasticato con poca convinzione e ad un grado leggermente meno banale degli ultimi lavori, ma quando l'assassino viene inquadrato non si può fare a meno di esplodere in una grassa risata: come si fa a ricorrere ad un trucco del genere, che fa sembrare l'attore un'imitazione di Luca Barbareschi ne 'Il grande bluff', trasmissione di fine anni '90, in una produzione non a basso costo come questa?
Da questo momento il film perde interesse, trascinandosi stancamente verso un finale anonimo.
Nei due-tre ruoli principali Adrien Brody e Emmanuelle Seigner non forniscono prove memorabili in cui si possa rintracciare un barlume del loro talento.
Due le citazioni cinematografiche: in una scena in biblioteca si vede il manifesto di 'Il buono, il brutto, il cattivo', mentre in un'altra ambientata per strada si nota un poster del film 'Juno', dal quale si può quindi evincere che il film è stato girato nella primavera del 2008, quando esso uscì in Italia.
Voto: 4/5.
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