Regia di Dario Argento vedi scheda film
Titolo: GIALLO (LIMONE)
Sceneggiatura: Federica Sciarelli e Franca Leosini
Cast: Adrien BUONGIORNO TRISTEZZA Brody e Max Tortora
Regia: Dario C. Vanzina
SINOSSI: un serial killer che si spaccia per tassista carica belle ragazze, le porta in un deposito abbandonato del gas, le sfregia e poi le ammazza. Linda, sorella di una delle ultime vittime scomparse si mette alla sua ricerca con l’aiuto dell’ispettore Enzo noto Lupo Solitario. Quest’ultimo soffre di turbe psichiche a causa di un passato in cui vide morire sua madre, vendicata da lui stesso poco tempo dopo in modo brutale. Da piccolo omicida rancoroso divenne poliziotto grazie al suo attuale capo che lo prese sotto protezione e che ora gli affida l’incarico di scovare il pericoloso psycokiller di bellezze. Questi non è altro che un simil Max Tortora con capelli alla Rambo o alla Bruce Springsteen anni ottanta a seconda delle inquadrature. Il suo soprannome è Yellow/Giallo per via del colore della pelle che si porta dietro fin da piccolo, malato di epatite perché figlio di una prostituta eroinomane che lo abbandonò in un orfanotrofio di suore. Linda e Lupo Solitario lo scoprono facilmente grazie a un paio di forzature burocratiche, Giallo muore senza rivelare dove ha nascosto Cecile l’ultima preda ed Enzo si becca gli insulti dell’ingrata Linda…
GIALLO non sarebbe neanche malaccio come script-compendio ritrito e centrifugato di vecchi film di Dario Argento (che vengono in mente durante la noiosa visione), stavolta il gioco di confondere lo spettatore sull’identità dell’assassino (gli occhi del tassista così simili a quelli dell’ispettore e stessa solitudine) funziona finché viene rivelato il volto di Giallo che pare impersonato dal comico romano Max Tortora con bandana alla Rambo o alla Boss Springsteen. Dovrebbe incutere terrore ma suscita ilarità, mica male per quel bontempone di Dario che dal punto di vista registico si ispira a Carlo Vanzina versione Giallo, forse anche lui avrebbe potuto interpretare il serial killer con quel nasone. La messa in scena del fu maestro del brivido è soporifera e fuori ritmo, gli sfregi efferati fanno chiudere le palpebre per il sonno, i flashback infantili e dolorosi di Enzo e Giallo sono micidiali e ricordano le ricostruzioni posticce e manierate (perfette per la televisione ma non per il cinema) di Blu Notte, Chi l’ha visto? e Storie Maledette. Non aiuta di certo Adrien BUONGIORNO TRISTEZZA Brody spaesato, mono espressivo con e senza sigaretta, spossato chissà dalla doppia ridicola interpretazione, qui ‘na schifezza d’attore! Oggi l’ultimo cinema di Argento rappresenta il trash anni settanta e ottanta di Massaccesi e altri registi cult di Nocturno, artigianato povero buono solo per essere esportato nei mercati cinematografici del terzo mondo, se non ce li tirano dietro!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta