Regia di Joyce Buñuel vedi scheda film
La vita della cantante Dalida in due puntate interminabili, centottanta minuti che sono troppi per raccontare una vita sì turbolenta ed affascinante, ma neanche così convulsa da meritare tre ore di film. Alla fine il risultato è mediocre: un lezioso e maldestro melodramma che ricalca involontariamente gusti e colori dei fumettoni d’appendice. La rappresentazione del mondo dello spettacolo è ancora più patinata di quel che già è di suo. E poi la regia (papà Luis si rivolterà nella tomba) non offre alcuno spunto di riflessione, tutto è svolto con pretenziosa, manierata e fiacca partecipazione alla dolente esistenza dell’eroina. Resta l’interpretazione di una pur moscia e frenata Sabrina Ferilli, bionda incredibile e poco aderente al personaggio, salvata dalla professionalità della sua recitazione. Alessandro Gassman è un Luigi Tenco attendibile e fin troppo imbronciato. E niente più. Ciao, amore ciao.
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